Questa č la storia di un uomo in caduta libera. Sulla strada verso la redenzione, l'oscuritŕ illumina la sua via. In comunicazione con la vita nell'aldilŕ, Uxbal č un eroe tragico e padre di due figli che sente il pericolo della morte, lotta contro una realtŕ corrotta e un destino che lavora contro di lui per perdonare, per amare e per sempre.
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In una Barcellona che non profuma di paella ma di cibo in scatola, che sta lontana dalla rambla per percorrere stretti e sozzi vicoli, che invece della movida trasuda disperazione, vive Uxbal e i suoi due bambini. Uxbal č un uomo speciale, parla con chi ha appena lasciato questa vita, lo interroga, cerca di capire se passa al di lŕ in modo sereno o con qualcosa rimasto in sospeso. Uxbal gestisce il mercato clandestino, sia quello dei neri che quello nuovo e dirompente dei cinesi. Non č uno sfruttatore, tutt'altro, quasi un mecenate. Vive in semipovertŕ coi suoi due figli. Li ama alla follia. Scopre di avere il cancro. Due mesi, al massimo, quello che gli rimane. Film mastodontico sulla vita e sulla morte, sull'amore e sulla malattia, sulla speranza e sulla disperazione. Inarritu quasi se ne frega del cinema. Se non fosse per la parentesi paranormale (invero, alla fin dei conti, minimamente ininfluente nel plot) ci sarebbe cosě tanta veritŕ in Biutiful da star male. Perchč niente č piů vero, penetrante e shockante nello spettatore quanto il tema della malattia terminale. Siamo praticamente costretti ad uscire dalla pellicola e porsi quella fatidica domanda: "e se capitasse a me?". Ogni singola azione, ogni singolo pensiero, ogni singolo rapporto non sarŕ piů quello di prima. Due mesi. Perchč, allora, non subito? Perchč trascorrere fino all'utimo i nostri pochi e ultimi giorni? Perchč anche se la nostra vita č ormai una parentesi che sta per chiudersi (e abbiamo la tremenda (s)fortuna di saper quando), non lo č per chi farŕ scorrere il nostro sangue su questa terra per parecchio altro tempo. Uxbal lo sa. Uxbal che non ha mai conosciuto suo padre, fuggito giovanissimo in Messico. Ha di lui soltanto poche e vecchie foto. La sequenza del ricongiungimento post mortem con lui (che ricorda moltissimo il racconto finale di No country for old men) č di una bellezza e poesia unica. Uxbal vede suo padre giovanissimo, molto piů giovane di sč stesso, perchč quella č l'unica immagine di lui che ha mai conosciuto. Son pezzi di cinema unici questi. Per questo motivo Uxbal abbraccia sua figlia. "Ti prego, ricordati di me. Non dimenticarmi" le dice. Perchč sa quanto sia importante avere un ricordo del proprio padre, un ricordo vivo, pelle contro pelle, viso a viso, col sudore e le lacrime che bagnano il viso e non una semplice e fredda foto. Se questo non fosse cinema, se questa fosse la vita reale, noi, grazie a Inarritu, grazie a Bardem (attore che considero un privilegio il solo poterlo veder recitare), sapremmo che no, č impossibile, la figlia di Uxbal non si dimenticherŕ mai di suo padre. Quel momento le resterŕ cosě scolpito nella memoria che nessun'altra cosa che le capiterŕ nella vita potrŕ mai avere la stessa forza e potenza nel ricordo. Uxbal ha avuto coraggio, umiltŕ, non č facile dir questo ai propri figli. Forse meglio lasciarli senza tanto rumore, come niente fosse, non con parole cosě forti e dirimenti per la loro vita futura. "Biutiful", scrive erroneamente la figlia nel disegno. Giŕ, beautiful, bellissima, quella che dovrebbe essere la vita. Ma alcune volte accadono cose, apparentemente piccole cose, come la notizia di avere un cancro. Il cancro č quella piccola lettera che sconvolge il significato, quella "i", una piccola ma tremenda variante nella bellezza della vita. Biutiful, appunto.